Feltrinelli Duomo, giugno 2014. Pippo Civati, che mi e' stato presentato ieri sera dal nostro comune amico Danilo De Biasio che lo ha intervistato (prima di preparare la sua leggendaria pasta al pesto, la migliore da questa parte di Genova). Piu' simpatico di come mi aspettassi, estremamente alla mano (e' pur sempre l'onorevole Civati), ma dopo avere parlato un po' con lui mi resta l'impressione di indecisione gia' espressa in questo blog.

Commenti

CICCILLO ha detto…
Civati è ciò che serve al PD per marcare la differenza rispetto alla mancanza di democrazia interna di altri e per trattenere un po' di voti in uscita verso l'astensione o i 5S.
inoltre attira anche molti nauseati dalle scene penose, pre e post elettorali, viste in casa dell'ex sinistra radicale, ormai un coacervo imbarazzante di testimonial bolliti e oscuri funzionari dei due o tre partiti che si dividono le spoglie della Rifondazione del bel tempo che fu (più di loro sonno riusciti a prendere pure gli spagnoli di Podemos!, ben più radicali e nati solo pochi mesi fa).
Civati si regge su tutto questo e allo stesso tempo lo regge.
l'unica per lui è uscire ma non lo farà mai.
se esce, il giorno dopo mi iscrivo al suo partito, non per scommessa ma per convinzione.
ma finché resta "nada cambia".
Fabio ha detto…
In modo del tutto informale (eravamo rimasti solo lui, Danilo e io e l'ha bofonchiato a 2 centimetri dal mio orecchio) a una mia precisa domanda invito mi ha fatto capire che la possibilita' che esca c'e'.

"Ma bisogna farlo bene", ha detto, "vedi quello che sta succedendo oggi dai Tsipras".

Se poi fosse sincero non te lo so proprio dire, non conoscendolo abbastanza. Magari 5 minuti dopo a uno che lo invitava a restare e a allinearsi alla disciplina di partito ha bofonchiato a 2 centimetri dall'orecchio che non se ne andra' mai. Niente di piu' facile conoscendo le mosse pubbliche del personaggio in questione.

E comunque non trattengo il fiato. Come ho gia' detto non ho molte aspettative.