Sixteen/ Harry Christophers, Palestrina - volume 1 (Coro, 2011)

A quelli di voi che stanno seguendo i miei percorsi di questi ultimi mesi nelle musiche medioevali, rinascimentali e barocche, propongo oggi di ascoltare insieme un disco registrato proprio qui vicino, in una chiesa a due passi da Clerkenwell (dove si trova, diciamo cosi', la redazione di Engadina Calling, o piu' semplicemente il mio soggiorno) e a uno solo da dove lavoro.

Si tratta di un album che raccoglie alcune composizioni di Giovanni Pierluigi da Palestrina, probabilmente il piu' grande compositore di musica sacra di tutti i tempi, nonche' il piu' noto esponente della scuola musicale romana del sedicesimo secolo.

In particolare, il programma di questo volume inizia con un paio di magnifici mottetti (Salve regina e Assumpta est Maria), per proseguire con una delle messe piu' famose scritte da Palestrina (la Missa assumpta est Maria, della quale vi propongo di ascoltare l'iniziale Kyrie), e infine concludersi con una serie di mottetti composti in periodi diversi (i migliori dei quali mi sembrano Tota pulchra es, amica mea e Vulnerasti cor meum, soror mea).

E' certamente musica che richiede, per essere apprezzata e forse solo compresa, l'avere intrapreso un percorso di ricerca che e' insieme musicale e spirituale, e quindi e' musica piu' adatta a certi momenti della nostra esperienza di vita che ad altri.

Ma se la musica occupa uno spazio non superficiale all'interno delle vostre giornate, se e' ricerca profonda piu' che escapismo e intrattenimento, allora sono convinto che la musica sacra polifonica possa rappresentare un capitolo di scoperta importante, un patrimonio da conoscere a fondo, magari se necessario affrontandolo all'inizio in dosi omeopatiche.

E' un'esperienza di ascolto all'inizio un po' impegnativa, che domanda nell'ascoltatore un'indipendenza di pensiero che si acquisisce progressivamente. Ma si tratta, o almeno lo e' per me, di un ascolto molto arricchente e non solo sul piano musicale.

Ne parleremo ancora presto qui, promesso. A chi passa di qui, buon fine settimana.

Commenti

CICCILLO ha detto…
sono interessanti queste tue riflessioni (intendo anche quelle del post precedente, anzi soprattutto) non specialistiche sulla musica pre-classica o antica o come si preferisce chiamarla.
io sottolineerei anche il fatto che gran parte di questa musica ĆØ di fatto musica d'uso, sia quella sacra che quella profana.
noi oggi le abbiamo trasformate tutte in musiche d'arte da ascoltare in un concerto o in un cd perĆ² quasi tutte nascono per altri scopi.
e certo sƬ, la componente ecologica ĆØ naturalmente molto forte, si tratta di musiche pre-romantiche, scritte ancora per la chiesa o per l'aristocrazia e in taluni casi vicine alle musiche tradizionali e come tali non necessitano della ridondanza piĆ¹ o meno celebrativa richiesta dall'avvento successivo della borghesia al potere con tutte le sue necessitĆ  rappresentative e giustificative.
per noi ĆØ un po' come avere una macchina del tempo e infatti il sentimento piĆ¹ comune che esse suscitano ĆØ una strana nostalgia di un mondo che non c'ĆØ piĆ¹.
sarebbe interessante sapere cosa ti potrebbe capitare con Mozart che si trova all'estrema propaggine di questo mondo, un minuto o un secondo prima della fine.
viceversa ti consiglio caldamente il disco delle sonate di Debussy suonate con strumenti piĆ¹ o meno antichi dalla famiglia Kuijken, poichĆ© lui, lui Debussy, fu il primo a intuire il problema e cercare di porvi rimedio (o leggere anche diverse pagine del suo Monsieur Croche dove parla di Palestrina appunto o di Rameau).

buon proseguimento di ascolto!
Fabio ha detto…
Mi diverte molto, come avrai capito, questo viaggio iniziato qualche mese fa, in un territorio che mi era totalmente estraneo, e con il quale invece ho intessuto un rapporto che, ascolto dopo ascolto, si e' fatto sempre piu' stretto.

Ma e' un rapporto emotivo, che non ha nulla di specialistico, come giustamente osservi. Come mi pare di avere detto piu' volte, della musica rock mi sono stancato proprio perche' la conosco ormai troppo in profondita', e ogni ascolto aggiuntivo non aggiunge piu' nulla. Con altre musiche non voglio che succeda la stessa cosa.

Cogli anche molto bene il fascino nostalgico per un mondo che non c'e' piu', e che forse ci affascina per la sua sostanziale semplicita'. Ascoltare queste musiche, personalmente, mi consente di isolarmi dalla talvolta incomprensibile complessita' del presente.

Non solo, naturalmente: c'e' poi tutta la componente di ricerca spirituale (o "di senso" se preferisci) che questa musica non puo' non evocare. Ma direi che e' questo equilibrio fatto di poche solide certezze (come quelle che posseggono gli uomini di fede: ho ascoltato molto i loro discorsi quest'estate durante un periodo che ho trascorso in un monastero sull'Appennino, trovandoli affascinanti, ridicoli e spaventosi allo stesso tempo) che, per me che vivo torturato da dubbi, fragilita' e insicurezze, rappresenta un balsamo per l'anima.

Mozart e' un mondo a se'. Pur riconoscendone naturalmente la grandezza, molti suoi lavori suonano a queste orecchie decisamente leziosi. A me piace musica assai essenziale, e quella essenzialita' in Mozart non mi e' capitato ancora di trovarla. Ma sono solo agli inizi della conoscenza della sua musica, e in futuro potrei entusiasmarmi. Ormai non mi stupisco piu' di nulla: oggi amo musiche che solo 5 anni fa non sarei stato in grado di comprendere. Invecchiando i gusti si evolvono, ed e' piacevole che sia cosi'.

Il disco di Debussy che citi e' questo?

http://www.amazon.co.uk/Debussy-Chamber-Works-Claude/dp/B00004SYXU.

Se cosi' fosse, purtroppo sembra finito fuori catalogo...
CICCILLO ha detto…
sƬ, il disco ĆØ quello e a quanto pare ĆØ acquistabile solo sull'amazon tedesco.
se cosƬ non fosse sarebbe un buon motivo per postarlo sul mio blog...
Fabio ha detto…
Ci mette pero' 2 o 3 settimane, e costa una fortuna. Forse mi conviene cercarlo, quando torno a Milano, alla Bottega Discantica.

Ancora grazie per la segnalazione.