Wolfert Brederode Quartet, Post scriptum (ECM, 2011)

Empty spaces. That's the commanding association of the ECM label. Tundra, taiga, a fjord with an Aeolian harp at its head, clean and minimalist modern design, the Zen state.

- Wire, Giugno 2011


Negli spazi vuoti, i sensi si amplificano, perche' non sentono il bisogno di difendersi, non impiegano energie per selezionare e tagliare frequenze. Gli spazi vuoti rilassano la mente, e quando la mente e' rilassata genera naturalmente pensieri positivi, idee, progetti.

I dischi ECM ci proiettano in uno spazio di silenzio, colori primari, interferenze minime. E' uno spazio sobrio, essenziale, di quieta e semplice eleganza.

Musica davvero altra, rigorosa e emozionante al tempo stesso. Coerente e continua, sostenibilmente evolutiva. Musica da camera contemporanea, che affonda le radici in pari misura nella tradizione barocca (modernissima, come ho spesso scritto qui e dimostrato a Prospettive Musicali), nel jazz europeo, nel minimalismo.

Il pianista olandese Wolfert Brederode lo incontrai per la prima volta una decina di anni fa, in un disco della cantante e compositrice svizzera Susanne Abbuehl (April, ancora oggi un ascolto piacevolissimo). Il progetto che da alcuni anni sta realizzando e' un quartetto formato con il clarinettista Claudio Puntin, con il batterista Samuel Rohrer (entrambi svizzeri, il secondo, che partecipo' alle sessioni di April, e' anche un componente del trio di Colin Vallon) e con il contrabbassista norvegese Mats Eilertsen (collaboratore di Trygve Seim, che gli ascoltatori di Prospettive Musicali dovrebbero avere imparato a conoscere ormai molto bene).

Post scriptum, il loro secondo lavoro, mette insieme brani composti per lavori teatrali e performance di danza contemporanea e altri scritti per l'occasione. Si muove in equilibrio tra composizione e improvvisazione misurata.

Si apre con questa traccia quieta e atmosferica intitolata Meander.

Commenti

ecudiĆ©lle ha detto…
Tu prendi una persona normalmente serena, e rilassata e mettila in uno spazio vuoto e poi lasciala lƬ.

"Negli spazi vuoti, i sensi si amplificano, perche' non sentono il bisogno di difendersi, non impiegano energie per selezionare e tagliare frequenze. Gli spazi vuoti rilassano la mente, e quando la mente e' rilassata genera naturalmente pensieri positivi, idee, progetti.2

Tecnicamente si chiama deprivazione sensoriale ed ĆØ una forma di tortura. O mi sono persa qualcosa?
Anonimo ha detto…
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