Shirley Collins ce l'ha duro

[Alasdair Roberts e Ned Oldham, Queen Elizabeth Hall, Marzo 2008]

Ci sono stati dei momenti molto Pontida nel corso del festival di musica folk inglese curato in questi giorni al South Bank da Shirley Collins. Il tono era del tipo quando suonai per la prima volta questa canzone nel 1959, e tra il pubblico ero probabilmente il piu' giovane, uno dei 5 non inglesi di tutta la sala e l'unico non alcolizzato.

Pero' di fronte a certe opportunita' non resisto. Shirley Collins negli anni '50 era la collaboratrice di Alan Lomax. Insieme giravano l'America in cerca di folk e blues singer che valesse la pena immortalare su disco. In montagna, al delta del Mississippi, nei villaggi minerari, posti cosi'.

Poi, tornata da queste parti, lei divento' un'icona del folk inglese. Se non la conoscete, consiglio di partire da No roses, il suo disco con la Albion Country Band che resta per me uno dei migliori volumi di folk inglese di tutti i tempi. Il tono e' molto Fairport Convention, ma ancora piu' rurale e poetico.

Nel 1978 smise di cantare e scomparve dalle scene. La musica era cambiata. La musica pero' cambia spesso. Round and round and round. E con tutto questo fenomeno del nuovo folk, con i Pentangle che si riformano, Vashti Bunyan che la Fat Cat ha tirato fuori dalla naftalina, Richard Thompson che fa il pienone al Barbican e alla Royal Festival Hall, Shirley Collins deve avere pensato che era il momento giusto per ricomparire.

La serata migliore del festival e' stata ieri sera. C'erano tutti. Vecchi, giovani, padri, figli. A me naturalmente sono piaciuti piu' i secondi. Su tutti la poesia di Alasdair Roberts, sempre piu' bravo, e il folk senza fronzoli di Ned Oldham, fratello del nostro Bonnie Prince Billy. Lisa Knapp devo ancora capire invece se mi piace o meno.

Tra i vecchi, impressionante davvero John Kirkpatrick, autentico campione della musica di campagna di quest'isola, con le sue fisarmoniche e le sue filastrocche d'altri tempi. Strepitosi i Brighton Morris Men con le loro danze tradizionali, con bandiere di San Giorgio e bastoni che non sai come fanno a non ammazzarsi.

Quella che mi ha deluso, se posso, e' stata Linda Thompson. Ora, se ti invitano a cantare a un festival puoi fare due cose: andare o stare a casa. Ma se vai, poi non puoi svaccare in quel modo. Nel senso che sei Linda Thompson, e uno si aspetta che tu faccia le canzoni di Linda Thompson, non un'aria da operetta.

Va beh, comunque bello nel complesso. Londra ladrona Shirley Collins non perdona.

[Shirley and Dolly Collins - Glenlogy]

Commenti

Anonimo ha detto…
Muse folk di varia notorietĆ  e grande bravura: Anne Briggs, Shelagh McDonald, Karen Dalton, Linda Perhacs.

Giusto perchĆ© su Vashti Bunyan s'ĆØ detto ormai tutto e la conosciamo a memoria, e Judee Sill non ĆØ esattamente folk ma musica di sfere siderali (oddio, volendo pure Linda Perhacs...)

the "it's all folk" JC
Fabio ha detto…
Eccellente sommario degli anni d'oro del folk.

Mi permetto di aggiungere solo l'eccellente e misconosciuta Kathy Smith, della quale consiglio un disco intitolato Some songs I've saved, uscito all'inizio del '70 per l'etichetta di Richie Havens.

L'unica del tuo elenco che ancora non conosco e' Shelag McDonald, c'e' qualcosa in particolare che consigli?
Anonimo ha detto…
Lascio il mio modesto contributo al dibattito ricordando agli interessati le "lost ladies of folk": Bonnie Dobson, Wendy Flower e Susan Christie.
Della prima, in particolare, invito a reperire le due ristampe che la benemerita Rev-ola ha pubblicato non molto tempo fa, oltre a leggere di lei sui siti internet che, numerosi, celebrano il suo splendido talento.
Other folk.
Anonimo ha detto…
Intanto grazie a Marco Reina: scopreire il folk e le sue contaminazioni e rinascite ĆØ come levare il sasso che mascondeva un pozzo di S. Patrizio senza fondo.

Shleagh era scozzese, fece due sĆØpleidi dischi e sparƬ per una depressione causata da un pesismo trip. C'ĆØ un doppio cd su Castle/Sanctuary, "Le no Man Steal your Thyme" che li accorpa entrambi e regala una manciata di inediti e alternate takes.

Per me, imperdibile.

JC
Fabio ha detto…
Marco -

Il tuo contributo non e' affatto modesto, e' un piacere conoscere nuovi nomi dell'altro folk. Grazie.


JC -

Grazie per la precisazione. Il doppio dischetto l'ho visto adesso in Amazon a 7.98 e una serie di recensioni tutte a 5 stelle. Al prossimo ordine colpisco.
Anonimo ha detto…
Vale ogni isngolo pound, da moltiplicarsi in valore artistico per 1.000;

tra l'altro ĆØ ancora viva e in ottima salute, stupita del fatto che ci si ricordi ancora di lei.
Vecchia storia, eh?

lol

JC
Fabio ha detto…
Si' una storia gia' sentita infatti.

L'unica volta che ho incontrato Vashti qui a Londra era con Adem e i Vetiver che hanno la meta' dei suoi anni, e mi sembrava perfettamente a suo agio in quel gruppo di persone: totalmente una di loro. E in varie interviste ha affermato che l'accoglienza che oggi riceve la sua musica, in quegli anni la poteva solo sognare.

Fossi in Shelag non mi stupirei piu' di tanto. Il legame con quegli anni e' piu' forte che mai.

Alla fine tra ristampe e presente non si riesce ancora una volta a seguire tutto. Lo stato della musica, se si scava un po', e' eccellente.
Anonimo ha detto…
Ahah, c'ero anch'io quella sera. Ali Roberts e' stato fantastico come sempre. Anche noi siamo rimasti delusi dalla performance di Linda Thompson e orripilati da quella della figlia (non doveva essere una serata folk?). Il momento piu' tragi-comico e' stato durante il set dei Morris dancers, quando un frammento di bacchetta ha quansi colpito la Collins, che si e' messa a ridere. Che buffo tipo!
Fabio ha detto…
Gia', hai visto. Che personaggio Shirley Collins. Incredibile che ci fossero altri italiani, mi fa piacere. Cerchiamo di fare qualcosa insieme qualche volta: abbiamo gusti simili e abitiamo pure dalle stesse parti (io a Clerkenwell, in una strada laterale di Goswell Road).
Anonimo ha detto…
Io sto dalle parti di Finsbury Park, e si, dovremmo andare ad un concerto tutti insieme (anche Maud sta qui vicino). I miei prossimi sono Phosphorescent e Low, non vedo l'ora. Ad ogni modo la mia mail e' london[dot]smog[at]gmail[dot]com