[Manifestazione di lavoratori precari, Chicago, Agosto 2006]

Buon Primo Maggio! Che sia una celebrazione piena di significato: l'inizio di una presa di coscienza collettiva della forza che noi lavoratori possiamo esercitare se abbiamo la capacita' di unirci contro la classe sfruttatrice e precarizzante. Siamo tanti, e in tanti si vince se si resta uniti!



Ecco cosa sta girando in questi giorni nel mio mangiadischi:

Air Pocket symphony (Virgin 2007). Non ve l'aspettereste lo so. Ma invece a me gli Air sono sempre piaciuti, e questo disco, pur essendo prevedibile come del resto ogni disco degli Air, mi sono trovato a riascoltarlo spesso nelle ultime settimane. Contiene almeno tre tracce memorabili. "Once upon a time" con il tocco inconfondibile di Tony Allen alla batteria, capace di galleggiare sulle nuvole di suono degli Air in modo straordinariamente naturale - non a caso Brian Eno ha recentemente detto che Allen e' il piu' grande musicista vivente. "Mer de Japon" piu' uptempo rispetto al resto della sinfonia da taschino, feel good music da giornata di sole. E la notturna "Night sight", soffice come guardare il cielo e vedere all'improvviso una stella cadente. Non e' colpa mia se mi escono dalla tastiera frasi come questa, e' colpa degli Air.

Blonde Redhead 23 (4AD, 2007). Disco assolutamente magico, capolavoro del trio italo-giapponese. Sono passati da emuli dei Sonic Youth a un suono che e' solo loro. Mettono insieme new wave newyorkese (Polyrock su tutti) e canzone d'autore francese come nessuno era riuscito a fare prima di loro. Con un uso delizioso di riverberi che ammorbidisce il loro suono, molto meno angolare rispetto al passato. La voce di Kazu e' come sempre superlativa. Quando i ritmi rallentano e si fa sussurrata (la conclusiva, sorprendente "My impure hair") ci si rende conto che i Blonde Redhead hanno ancora tante cose da dire. Un disco che vorrei non finisse mai, che posso ascoltare tre o quattro volte di fila senza stancarmi. Un record di questi tempi.

The Wire tapper 17 (Wire, Maggio 2007). Tornato a Londra ho trovato ad aspettarmi al WH Smith di Heathrow il numero nuovo della mia rivista preferita. Che contiene questo mese anche un CD davvero interessante. Non si puo' dire la stessa cosa degli ultimi volumi di questa serie, che mi sembravano compilati senza troppa cura. Ma questo e' diverso. Belli soprattutto il gamelan contemporaneo degli inglesi Longstone (su Ochre), la fusion giocata su micro-ritmi quasi Mum dei danesi Badun, la conferma dei Fridge con il nostro Adem alla chitarra, e infine l'ambient giapponese di Ken Ikeda che chiude un'ora di scoperte.

Philadelphia International 12" singles (Edsel 2007). Meritoria operazione della Edsel inglese che ha ristampato su doppio CD 33 dodici pollici dell'etichetta che invento' a meta' anni '70 la disco music. L'ho visto al tempio, settimana scorsa a New York e non ho potuto che aggiungerlo ai miei acquisti. E' ora di ammettere che la prima disco music era davvero fantastica. Party music, certo, ma che classe. Ascoltate "Ain't no stoppin' us now", super hit di McFadden & Whitehead che nell'estate 1976 usciva da tutte le radio, e ditemi se non e' la migliore musica da ballare mai concepita. Poi sarebbero arrivati il rap, l'hip hop, la bling culture, le gang. Ma allora era tutto cosi' puro, incontaminato, ingenuo, gentile. Le versioni sono tutte tratte da dischi mix dell'epoca, il che significa che siamo attorno agli 8-10 minuti per traccia, il tempo giusto per farsi entrare la musica sotto pelle.

Questi sono i miei consigli. Buon ascolto.

Commenti

Anonimo ha detto…
ero già in love con i blonde redhead dal loro precedente album "misery is the butterfly".al primo ascolto di 23 non ho avuto gli stessi sussulti,ma solo perchè ancora memore dell'altro...e invece adesso cresce,cresce sempre più!!!
anche a me sono sempre piaciuti gli Air e le loro copertine!
Fabio ha detto…
E; un disco sorprendente, molto morbido eppure ritmato. Ho fatto un giretto per negozi di dischi a New York settimana scorsa e ho notato che 23 e' il disco piu' venduto in questo momento nei negozietti indipendenti - a leggere le loro charts appese alle pareti almeno.
Anonimo ha detto…
Giocano in casa, qui a New York. Sono molto popolari a Manhattan ed i loro show vanno sempre sold out. Amedeo poi, e' cosi' figo! Saluti dalla Grande Mela.
Anonimo ha detto…
Avvertenza: Wire va' letto in maniera molto critica. Spesso e' troppo spocchioso e distante. Quanti dischi veramente buoni raccomanda? Pochi, pochissimi.
Ottimo formato, grafica ineccepibile, foto straordinarie, musica da passare al setaccio.
Anonimo ha detto…
avevo escluso i Blonde Redhead qualche anno fa, mi sembravano un esperimento innovativo ma poco riuscito. Vale la pena riprovarci?

Ma davvero pensi di trasferirti a NY?

ciao
Auro
Fabio ha detto…
Barbara -

Qui suonano il 30 di questo mese, proprio quando saro' in Italia. Mi ha raccontato un mio collega di Radio Popolare che li ha intervistati che sono abbastanza spocchiosi. Tipo: insistevano per fare l'intervista in inglese, che comporta poi un lavoro di traduzione, doppiaggio e montaggio. Quando poi i due fratelli sono di fatto milanesi e l'italiano lo parlano perfettamente.

Bello sapere che c'e' chi mi legge da New York, citta' che amo. Spero tu sia una cliente del "tempio", che il primo luogo che visito ogni volta che passo dalle tue parti.

Paolo -

Parole sante, che condivido pienamente. Piu' che altro non segnalano molte cose interessanti. Fa bene leggerlo, si impara parecchio, ma non basta per conoscere esaustivamente quello che succede (un po' come, in altro ambito, il Manifesto). Ottima precisazione la tua.

Auro -

Ben tornato, mi domandavo dove fossi finito, volevo scriverti ma mi hai preceduto. Il nuovo disco dei Blonde Redhead non e' tanto diverso dai precedenti come composizione, quanto come suono. Le chitarre sono trattate in modo avvolgente, come se avessero smussato gli angoli dei dischi precedenti. Secondo me ti piacerebbe.

Se mi trasferisco a New York e' per un anno. Il fatto e' che ne ho l'occasione ora, potrebbe non capitare piu' tra un po'. Pero' sono combattuto. Se dovesse succedere non sarebbe una cosa immediata comunque, diciamo entro la fine dell'anno - prima voglio negoziare bene...
Myriamba ha detto…
...ma si dai, vai a New York..cosi' vengo a trovarti? Ti ricordi Miki? Lui stai li..se vuoi ti metto in contatto quando vai..
I Blonde Redhead li trovo sciatti da qualche album ( si dice ancora?) a questa parte..poi aver partecipato alla colonna sonora di quel film demente "ultimo bacio" in Italia, mi ha fatto definitivamente mettere una pietra sul gruppo..no no questo disco, per me, e' piatto..poi loro rimangono tutti e 3 fighi e i loro concerti sono sempre impressionanti..