[Bloomsbury, Novembre 2006]

Dopo aver schivato in settimana almeno cinque inviti a vedere il blockbuster del momento qui a Londra, tale Borat, ieri sono stato al Renoir e ho visto il capolavoro dell'anno.

Borat non ho capito bene cosa sia, ma cio' che ho sentito a proposito di quel film e' che e' comico, e tanto mi basta. Provo orrore per tutto quello che e' stato studiato a tavolino per farmi ridere. L'umorismo e' spontaneo, spesso involontario, sempre inaspettato. Ci sono eccezioni (Charlie Chaplin, Laurel & Hardy, Buster Keaton, Woody Allen), ma si tratta di geni, e di geni ne nascono pochissimi. E i geni fanno *anche* ridere magari, ma se scavi, nei loro film c'e' ben altro.

E cosi', dopo l'ennesima sequenza di figure da asociale della mia miserabile vita, sono stato premiato. "La tourneuse de pages" e' probabilmente la migliore storia uscita al cinema quest'anno, ed e' raccontata con una sensibilita', un senso cadenzato del ritmo narrativo, una corrispondenza di amorosi sensi tra immagini e commento musicale che lasciano senza fiato.

E poi c'e' lei, la migliore giovane attrice del pianeta, Deborah Francois, che abbiamo gia' visto quale protagonista di "L'enfant" dei fratelli Dardenne. E che qui interpreta la parte dell'assistente di un'affermata concertista. Qual e' la relazione tra le due donne? Che rapporto le ha legate quando Melanie (Francois) era solo una ragazzina che sognava di entrare al conservatorio? Quali emozioni prova Melanie in questo ruolo? Perche' lo ha accettato?

Non aggiungo altro, ma cercate assolutamente questo originalissimo gioiello presentato l'anno scorso al festival del cinema di Cannes. E pensate che Denis Darcourt, che ha scritto e diretto il film, non e' neanche un regista professionista. Fa l'insegnante di viola in un conservatorio della capitale francese.

Ma ha realizzato un film assolutamente perfetto, credetemi. Cercatelo, cercatelo.

[Il problema nel mio essere asociale, e' che grazie alla mia asocialita' riesco sempre a fare esperienze interessanti. Se solo i film, i dischi, i libri che scopro durante i miei momenti di asocialita' facessero schifo, sarebbe molto meglio. Finirei anch'io per andare a vedere Borat, ascolterei gli Oasis, leggerei i dettagli del divorzio di Britney Spears sul Daily Mail e sarei felice. E invece no, cavolo. You've got everything now, and what a terrible mess I've made of my life].

Commenti

lophelia ha detto…
Le tue foto sono sempre più belle!

Cercherò il film (ma dove?)Mi ricorda un po' la trama de "L'accompagnatrice", tratto dal libro della Berberova, film non brutto ma sciupato da una fotografia insipida e piatta.

Però Fabio continuo a sentire sempre un certo manicheismo nel tuo classificare le forme di intrattenimento!
o no?
CICCILLO ha detto…
ciao fabio.
vedo che ritorni sul tema del post sulla canzone di Cindy Lauper.
non so che dirti, io è una vita che vivo così anche se ogni tanto qualcosa di bello l'ho anche condiviso.
è un percorso duro e doloroso anche.
in questo modo si accresce moltissimo la conoscenza, l'intelligenza, la consapevolezza.
ma si finisce un po' per diventare dei solitari rompicoglioni che solo loro conoscono le cose più belle e gli altri sono solo dei disgraziati che non sanno quello che si perdono.
difficile uscirne e difficile condividere, specie dopo tanti anni passati così.
almeno questo è ciò che vivo io.
ma credo che tu abbia una grande fortuna e cioè la radio e anche il blog.

a presto e grazie del consiglio, in effetti senza refreshare il tuo blog era come fermo da una settimana e dunque ho ripreso solo oggi a leggerlo, dev'essere qualche inghippo di mozilla credo.

ciao, francesco
Unknown ha detto…
.non ho visto la "tourneuse de page" ..su Borat, c'e' da dire che Sacha Baron Cohen ha trovato una vena molto interessante da Alig G a Borat che poi va sempre a finire con una mediatizzazione tale che il personaggio perde il valore iniziale che aveva (vedi caso Ali G). E' una satira ( a volte si forse un po' troppo pesante) che mette a nudo l'ignoranza e i pregiudizi raziali e sociali di molti politici, responsabili economico/sociali, attori, starlette....non raccomanderei di andare a vedere il film ma se ti capita un dvd tra le mani ..guarda un paio di puntate dei personaggi di Cohen..un mattoncino in piu' alla nuova satira inglese...
Fabio ha detto…
Lophelia -

Non ho assolutamente idea se il film sia uscito in Italia, le regole della distribuzione sono imperscrutabili. A volte qui i film escono una anno dopo che sono usciti da voi, altre 6 mesi prima, ma il criterio mi risulta del tutto misterioso. Sul manicheismo dei miei giudizi forse hai ragione, anzi quasi sicuramente. Dipende anche da cosa si cerca comunque. Io cerco di solito qualcosa che in qualche modo "confermi" il mio stato d'animo, che si armonizzi. Per dire, se sono malinconico vado a vedere un film francese girato in autunno, oppure ascolto Nick Drake. Conosco persone che reagiscono in modo opposto, interpretano l'intrattenimento come un modo per ri-bilanciare il loro stato d'animo (tipo che sono giu' e allora ascoltano Gnarls Barkley e si riprendono), ma su di me proprio non funziona. Vorrei, mi piacerebbe, ma invece finirei per stare ancora peggio.

NN -

Il tema della condivisione mi sta molto a cuore, un'esperienza bella ma non condivisa e' spesso un'esperienza che lascia un ricordo piuttosto debole, almeno a me capita cosi'. Prospettive Musicali e London Calling nascono proprio da questo bisogno di mettere in comune esperienze, di scambiare opinioni e idee. Sono messaggi in bottiglia e mi fa naturalmente piacere che vengano raccolti. Io pero', lo ripeto ancora una volta, adorerei fare parte di maggioranze. Non e' cosi' spesso, ne prendo atto, pero' non vorrei che leggessi in questo il fatto che apparterrei alla minoranza dei "solitari rompicoglioni che solo loro conoscono le cose più belle e gli altri sono solo dei disgraziati che non sanno quello che si perdono". Intanto perche' non mi definirei un solitario: cerco, sempre e con tutti, di instaurare dialoghi. Poi certo, incontro molte persone che di instaurare un dialogo con me non hanno alcuna voglia, e va bene cosi', ma io ci provo sempre. E poi perche' non considero affatto "disgraziato" chi e' diverso da me. Disgraziati, caso mai, siamo forse noi che non riusciamo a gustare (e quindi condividere) le esperienze che le maggioranze apprezzano. E' qualcosa che personalmente avverto come una mia mancanza. Come scrivevo in questo post e in quello delle ragazze che vogliono divertirsi, senza questo limite sarei sicuramente piu' felice e completo.

Myriam -

Grazie per il consiglio. Sarebbe bello adesso che dopo quello che ho scritto, dopo aver visto il film lo consigliassi. E' tutto fuorche' improbabile per altro per chi mi conosce :-)
Unknown ha detto…
Hey...grande cd quello di Gnarls Barkley..ci sono anche delle canzoni molto tristi...Non so, non ho mai considerato Nick Drake triste, per me e' pieno di luce interna..Nick Cave e' piu' triste, non trovi?
Anonimo ha detto…
ma perchè asociale? eri da solo al cinema, o c'erano altri *asociali* come te?
E' così bella l'atmosfera del cinema d'essai, del cineforum, dove ci si trova in (relativamente) pochi per guardare un film (si spera) intelligente e non per parlare al cellulare mentra si mangia popcorn puzzolente. Che gusto c'è a far parte della maggioranza? A me non è mai capitato, ma non per questo mi sento solo e sfigato.
Anzi, se percaso incontro delle ragazze che vogliono divertirsi è più probabile che mi stiano simpatiche e che possa comunicare con loro; entrambe le cose -simpatiche e comunicare- sono piuttosto improbabili al film di natale dei Vanzina, almeno credo (mai visto uno, nenche quello con Paolo Rossi).
Auro
Fabio ha detto…
Myriam -

Su Gnarls Barkley, beh, de gustibus ecc. ecc :-) Certo, la discografia di Nick Drake ha momenti molto emotivamente luminosi (gli arrangiamenti di archi suggeriti da Joe Boyd vanno molto in questa direzione di leggerezza/ luminosita'), ma anche la malinconia puo' essere proprio cosi'. Personalmente vedo molta luminosita' anche in alcuni frammenti dell'ultimo Nick Cave, quelli piu' gospel (pensa a "There she goes my beautiful world" e "Get ready for love"). Alla fine non stiamo parlando di mondi lontanissimi.

Auro -

Non ero da solo (sono andato con un paio di amici), anche se non vedo nulla di male nell'andare a vedere un film per conto proprio. Tipo che torni dal lavoro, e mentre si scalda l'acqua per la pasta dai un'occhiata a Time Out e scopri che al Barbican danno un film che ti potrebbe interessare: cosa ti ferma da uscire e andare a vederlo? A me capita, che male c'e'? Il punto e' un altro pero'. Se leggi il commento di Lophelia piu' in alto ti risulta abbastanza evidente l'argomento che solleva. Io credo che una persona completa dovrebbe sapere amare anche esperienze piu' nazional-popolari. Amarle proprio, apprezzarle, goderne. Tipo: oh, che bello, e' Sabato e vado a vedere Borat con i miei colleghi (minimo 10), poi tutti al McDonald's e infine al pub a devastarci di birra. A me tutto questo fa orrore, ma credo che dovrei sforzarmi un po' in quella direzione per sentirmi finalmente completo e felice. Completo eh, sia chiaro. Che non vuol dire che poi non potrei andare al Renoir o passare ore il giorno dopo a vagare per librerie. Uno e l'altro, non uno o l'altro, come avviene adesso. Poi si potrebbe discutere se sarei davvero felice, ma dato che non lo sono affatto al momento, forse ha senso muoversi dal pantano no?
Anonimo ha detto…
no che non ci vedo niente di male nell'andare da solo al cinema, e comunque se ci sono altri spettatori per forza non sei solo. Anzi, magari con quegli altri puoi comunicare e magari puoi conoscere persone che, probabilmente, sono più affini a te del pubblico di Borat (ma chi c..zo è costui?).
Quello che non capisco è perchè ti senti incompleto se non apprezzi Pippo Baudo.
Una fase del genere l'ho passata attorno ai 15 anni, quando gli altri andavano in discoteca o a vedere il solito blockbuster al cinema. In disco io ci sono stato un paio di volte, mi sono rotto, non ci sono più andato. Qualche volta mi è capitato di trovarmi in minoranza, ma raramente proprio da solo.
Ho anche avuto una "fidanzata" che portavo alla discoteca, lei entrava e io no, andavo a riprenderla quando usciva e censuro il seguito della nottata. Certo, dopo un pò l'ho mollata...
Perchè bisogna per forza omologarsi?
Auro
Kit ha detto…
"oh, che bello, e' Sabato e vado a vedere Borat con i miei colleghi (minimo 10), poi tutti al McDonald's e infine al pub a devastarci di birra" è il tuo solito vagare da un estremo all'altro, cercare consensi qui sul blog al tuo manicheismo, come lo chiamava Lophelia più sopra.
O si è nazionalpopolari o si è intellettuali/intelligenti.
Ma le vie di mezzo mai? Scusa se mi ripeto con questo concetto, ma anche tu ti ripeti da un pò con le classificazioni dei divertimenti degli "altri e i "tuoi". Pensaci.
Anonimo ha detto…
porca miseria!
se questo film è bello come dici
dubito fortemente che passerà da queste parti!
Fabio ha detto…
Auro -

Io pero' non credo che nella vita esista una sola "adolescenza", nel corso della quale ci si pongono dei problemi e poi, risolti quelli, si apre davanti a te un'autostrada tutta diritta e tutto quello che devi fare e' periodicamente schivare i lavori in corso sulla carreggiata che stai percorrendo, magari ben segnalati. Certe domande me le ponevo allora e continuo a pormele adesso. Non e' detto che le risposte che ci siamo dati un tempo siano ancora necessariamente valide oggi, non trovi? E comunque non parlo di omologazione, piuttosto di lasciare porte aperte, continuare a porsi interrogativi, a ridefinire la nostra posizione nella complessita' del mondo.

Kit -

Cercare consensi e' proprio l'opposto di quanto sto facendo, non credi? Mi sembra invece di mettermi del tutto in discussione, tra l'altro con un'apertura e una sincerita' che si usano con gli amici intimi e ch invece sto sperimentando con molte persone che non ho mai incontrato. Del resto mi sembra che la maggior parte dei lettori del blog dissentano spesso da me. Dissensi benvenuti, che aiutano e aprono gli occhi. Domande che generano altre domande, e va bene cosi'. Volessi cercare consensi scriverei cose ben diverse, ti assicuro. E certo che esistono le vie di mezzo, "di mezzo" perche' definiscono se stesse rispetto a polarita'. Che poi per ragionare sulle vie di mezzo si ricorra a concetti polarizzati serve, almeno a me, per capire di cosa stiamo parlando. Poi certo, sono d'accordo con te, le vie di mezzo a volte sono auspicabili, a volte meno, dipende dalle situazioni. Le classificazioni, pure quelle nei ragionamenti credo siano importanti no? Se stiamo parlando di un movimento da un punto a un altro, i punti li dobbiamo definire. Sbaglio?
Fabio ha detto…
CC -

No, vedrai che passera' se non e' gia' passato come una meteora. Sai dove secondo me? All'Anteo. Scommettiamo? E' proprio un film da Anteo sala 100 (che e' un bel complimento, piu' o meno come quando Ghezzi dice "E' un film molto 8 millimetri).
PiB ha detto…
ok lo metto tra le cose che dovrò vedere quando e se arriva qui dove Borat fa il pienone al botteghino e dove la CNN il giorno dopo le elezioni ha pensato bene di mettere come primo titolo delle news delle 7 il divorzio della Britney nazionale e poi l'incertezza dei risultati al senato.....asociale? mah....nomi, termini, definzioni....
Anonimo ha detto…
no,no,ti posso assicurare che qui non è passato e non passerà (intendo qui a Livorno). Di cinema c'è rimasto solo un multisala MEDUSA....
Fabio ha detto…
Pib -

E stiamo parlando della CNN, pensa come devono aver aperto gli emilifede di Fox News! Pero' non curiamoci di loro e invece rallegriamoci. Adesso tocca a Bush e Cheney, che usciranno di scena senza alcuna dignita', come meritano. Certo che questa alternanza (ormai ampiamente probabile) tra due famiglie, i Bush e i Clinton, fa pensare.

CC -

Alle meduse meglio stare lontani, sia quando si nuota in mare che quando si va al cinema. Alle meduse e al nano porco che le genera.
lophelia ha detto…
Non vorrei essere fraintesa, io non intendevo dire che si dovrebbe anche apprezzare il divertimento nazional-popolare come lo definisci tu, o i MacDonals o Pippo Baudo. Non li ho mai apprezzati e non li apprezzerò mai, e su questo non ho il minimo dubbio.
Ma il divertimento "leggero" non sono solo queste cose.
Ho ritrovato di recente un tema in classe di quando avevo 16 anni, in cui scrivevo che le discoteche mi sembravano stupide e superficiali. Rileggendolo ora vedo quanto fossi prevenuta, e inconsapevole degli aspetti naturali e sani del ballare, ad esempio. Certo se vuoi parlare la discoteca non è il posto adatto. Ma se trovi l'ambiente giusto, senza fighetti/e e con musica piacevole, perché no? E' solo un esempio per dire che a volte siamo troppo schiavi della mente e neghiamo al corpo diritti sacrosanti. Ritrovare un buon rapporto con la fisicità è secondo me la strada per potersi divertire con intelligente leggerezza. Con l'intelligenza leggera del corpo.
Fabio ha detto…
Non so, ci devo pensare. Sai pero' cosa penso anche Lophelia? Se vuoi anche quella nei confronti di Pippo Baudo (un serio professionista che ha avuto tra l'altro il coraggio di prendere posizioni politiche scomode quando i leccapiedi del nano occuparono militarmente la televisione pubblica) e' una prevenzione. Che poi a pensarci (faccio un po' Pib adesso) prevenzione nasce da prevenire, cioe' le prevenzioni ci proteggono da esperienze spiacevoli. Io ero prevenuto a 16 anni nei confronti delle discoteche del mio paese, ma so per esperienza che se ci fossi andato non mi sarei divertito. Mi sembravano mercati del bestiame, e io non sono mai stato un vitello molto attraente. Alla fine sai pero' cosa penso? Che abbia ragione NN quando commentando un mio post su Carla Bozulich diceva di cercare "massaggi per la mente". Dopo tutto questo discutere con voi (grazie a tutti quelli che hanno partecipato, a proposito) mi sono reso conto di una cosa molto elementare se vuoi: che sappiamo esattamente di cosa abbiamo bisogno. Basta ascoltare: la mente, il corpo, il cuore. Su questo hai perfettamente ragione: il corpo ha una sua intelligenza immediata (e anche un suo linguaggio spesso molto poco immediato invece). Come sempre i tuoi commenti fanno luce, ma questo te l'ho gia' detto tante volte e lo sai da sola.
Andrea ha detto…
Cercare consensi e sentirsi parte di un gruppo di amici e' una cosa normale e naturale. E animale e umana.

Qualcuno va a vedere Borat con altre 10 persone, dopo a ubriacarsi. Qualcuno scrive su un blog un messaggio in bottiglia sperando che qualche anima affine lo faccia sentire meno solo nella sua visione del mondo. Io non ci trovo tanta differenza. Avere avuto esperienze brutte in un senso o nell'altro non implica che tutti quelli che vanno a vedere borat sono dei caproni decerebrati. O chi va al pub con gli amici non capira' mai l'estetica di joanna newsom.

Piuttosto chiedo (a te, agli altri, ma anche e soprattutto a me stesso): perche' non ci accontentiamo mai, e vogliamo sempre essere, anche, dall'"altra parte"? non ti piacciono la discoteca, l'arrivismo, la macarena e le party-girls inglesi... ma allora perche' farsene un cruccio? perche' tendere verso quel mondo e sentirsi incompleti? mica avrai simili paturnie quando vedi dei salsicciotti del lincolnshire (bu-o-nis-si-mi!) o una bistecca al sangue, no? hai deciso, e non sei pentito delle tue idee, credo...

e poi: se avessi "scoperto da solo" borat, saresti stato cosi prevenuto nei suoi confronti (scusa la provocazione)?

come ti ho gia' detto, sei una grande fonte di ispirazione quando ti esponi in questo modo totale. E' molto facile criticarti quando sei "senza pelle", quindi vai avanti cosi' e pure noi cerchiamo di essere meno manichei
Anonimo ha detto…
Com'è che sono sempre perfettamente d'accordo con le cose che scrive Andrea?
[Sei sposato, Andrea ;-)? ]
Fabio ha detto…
Andrea -

Io non riesco a non vedere differenze sostanziali tra i due comportamenti invece. Se vuoi, sono entrambe "strategie di sopravvivenza al vuoto", posso essere d'accordo, ma sono strategie del tutto diverse. Parlando astrattamente, e mi tiro fuori a titolo personale, chi va a vedere Borat con 10 persone e poi a ubriacarsi cerca qualcosa di profondamente diverso da chi si espone in modo totale in un blog. Il problema di partenza e' lo stesso, posso essere d'accordo con te, ma mi pare che la soluzione che viene elaborata sia diametralmente opposta. C'e' la stessa differenza che c'e' tra escapismo e ricerca, tra le Spice Girls e Joanna Newsom. Entrambe suonano musica, certo, ma musiche diverse. Con questo non sto dicendo affatto che chi va a vedere Borat e' un caprone decerebrato, sto pero' dicendo che cerca qualcosa di probabilmente diverso rispetto a chi legge i testi di Joanna Newsom. Si puo' andare a ubriacarsi al pub o alla partita e poi tornare a casa e capire la fragile poesia di Joanna Newsom? In teoria si puo', certo. Ma in pratica? Ti e' mai capitato di passare dalle parti di Highbury quando finisce la partita dell'Arsenal? Se vuoi andiamo insieme un Sabato, e' un'esperienza interessante. Ma va, di fatto, in direzione opposta rispetto ad ascoltare Joanna (o i propri passi sul parquet della National Gallery nel silenzio delle aperture serali per fare un altro esempio). Alcuni colmano il vuoto, altri forse il vuoto lo cercano (come si cerca di ricreare un trauma infantile per provare a superarlo? Chissa').

Il che ci porta al discorso dell'incompletezza. Qui torno un attimo sul personale, sperando di non annoiarti. Non sto vivendo un brutto periodo, va tutto piuttosto bene, non ho alcun problema, eppure, molto semplicemente, non sono affatto felice. Capita, ma come reagire a tutto questo? L'unico modo che mi viene in mente e' un cambiamento piuttosto radicale.

Ti racconto una cosa. Alcuni anni fa andai a sentire Guido Chiesa che presentava "Lavorare con lentezza" al Riverside. Dopo il film mi fermai a parlare con Guido (che conobbi una decina di anni fa) e li' conobbi una ragazza simpatica, che si era trasferita a Londra per tentare la carriera di sceneggiatrice. Tutti i suoi amici, tutti nessuno escluso, erano stranissimi. Mi colpi' tra loro un transessuale assolutamente mostruoso. Prima dell'operazione doveva essere un uomo davvero brutto, e il cambiamento di sesso aveva peggiorato tutto quanto. Sembrava un uomo brutto con lo sguardo tristissimo, una parrucca bionda e la voce di Pavarotti, ma si faceva chiamare con un nome femminile. Dopo molti anni che avevo perso le sue tracce, in questi giorni mi e' capitato di incrociarlo due volte: la prima al concerto di Antony, la seconda, proprio il giorno dopo, all'NFT. Mi sono domandato perche' mi da' tanto disagio vederlo e mi sono risposto che rappresenta un po' quello che anch'io sono: una rivoluzione iniziata e mai portata a termine. Non in termini sessuali, ovvio, ma in chiave piu' profonda, di contraddizioni latenti che spesso, in modo tutt'altro che silenzioso chiedono di essere risolte.

Credo che siano queste contraddizioni che mi rendono, in questo periodo, cosi' poco gioioso. E allora devo decidere: portare a termine la rivoluzione, con tutti i rischi che ne potrebbero derivare, oppure rifugiarmi su terreni meno impervi, tacitare la coscienza e quella rivoluzione dimenticarla.

Detto cosi' e' astratto, lo so, ma e' il tema che con toni un po' estremi ho cercato di sviluppare nelle ultime righe del post.

Le altre cose che dici (sulla ricerca dei consensi, su cosa sarebbe successo se Borat l'avessi scoperto io, sulle salsicce) le accetto come provocazioni, tu stesso, conoscendomi, ti puoi rispondere.

Sul fatto che io sia fonte di ispirazione, beh, meglio proprio che non ispiri nessuno, specialmente in questo periodo!

Kit -

Beh ma basta poco a te per essere d'accordo con chi commenta, basta che mi dia addosso :-)

Andrea e Ilaria sono una delle coppie piu' felici che conosco, la dimostrazione che l'amore esiste e che e' fatto di tutte le cose belle e desiderabili della vita e dell'amore: intesa, dolcezza, complicita', passione. Sono belli da vedere Andrea e Ilaria quando sono insieme, e sono persone davvero speciali.
Andrea ha detto…
kit,

sisi, ilaria e io siam sposati, anzi spero che il commento non sia da intendere: "ecco il solito noioso che parla come uno sposato"

tralatro, mi sa che ci siamo mancati di un pelo, tipo che tu eri a londra quando noi eravamo da qualche parte e viceversa... quando torni facci sapere, che' ti portiamo in discuteca a ballare la macarena :-)
Anonimo ha detto…
Andrea, era una battuta per dire che un uomo con cui mi trovo così d'accordo (beh ok per iscritto) sarà sicuramente già sposato :-)
E sì dovessi tornare a Londra sarebbe carino dare una faccia a un nome, ok per la macarena tutti insieme quindi ;-)

Fabio, dai non è vero che sono sempre d'accordo con chi ti da addosso, è Andrea che dice sempre cose molto sensate. :-)
Certo è che nei nostri percorsi personali gli stessi piccoli eventi vengono vissuti in maniera diametralmente opposta, a volte lo faccio notare qua sopra.
Fabio ha detto…
Kit -

Nessun problema, se non accettassi le opinioni critiche e diverse dalle mie il blog l'avrei chiuso da molto tempo, o almeno avrei tolto la possibilita' di commentare. A me piace discutere e tutti i punti di vista sono ugualmente benvenuti qui.
lophelia ha detto…
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
lophelia ha detto…
no, Fabio, non si può abbandonare a mezzo una rivoluzione!
E ora vado su Google a vedermi chi è Borat.
Fabio ha detto…
Lophelia -

Hai ragione, devo smettere di pensare che "mantenere le posizioni acquisite sia gia' un successo". Non e' cosi'.

E spero che tu non abbia perso troppo tempo con Borat, pur non sapendo nulla di costui intuisco che un minuto in piu' speso a parlare di quel film e' un minuto che potremmo usare molto meglio.