Nel 1985, quando comprai "Bad moon rising" nell'unico negozio di dischi della sonnacchiosa cittadina dove sono cresciuto (dopo averlo ordinato e atteso per almeno una settimana) un cliente affezionato, proprio mentre uscivo tutto contento, mi scherni' dicendo "Meno male che ci sei tu che porti via queste porcherie".

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Nel 1990, quando usci' "Goo", io ero appena tornato dal servizio civile e per un breve periodo rimasi a casa dei miei genitori. "Goo" usci' in Aprile e ricordo bene la prima volta che lo suonai nella mia cameretta. Era appena inizato "Dirty boots" e mia madre entro' dicendo "C'e' una telefonata per te, e' una certa Simona" e avrebbe potuto dirmi "La tua vita sta per cambiare per sempre", ma in quel momento nessuno poteva saperlo (io pero' forse un po' lo intuivo). "Goo" fu la colonna sonora di quell'estate passata prima in giro per Svezia e Norvegia e poi in Sardegna, un'estate bellissima nella quale feci tutto quello che fino a quel momento avevo solo sognato che forse avrei fatto un giorno. I capelli che crescevano selvatici e aggrovigliati come le idee. Tutto che sembrava, ed era, finalmente possibile. "Dirty boots" erano i nostri sandali e libri pieni di sabbia dopo le notti passate in spiaggia.

L'anno dopo mi laureai, e ricordo che per giorni chiesi a tutti quelli che conoscevo di non venirmi a sentire il giorno della discussione della tesi. Ho sempre detestato le celebrazioni, il chiasso, la confusione. Non venne nessuno. Quasi. Appena uscito, Simona era li' ad aspettarmi e mi ricordo che mentre tutti andavano a festeggiare nei lussuosi caffe' di piazza Vittoria, noi comprammo un litro di latte e andammo a berlo direttamente dal cartone su un muretto del lungo Ticino. Aveva portato con se' il walkman e mentre bevevamo il nostro litro di latte mi disse: "So che non ti piace festeggiare, ma ti fara' piacere ascoltare questo". Mi calco' la cuffia nelle orecchie e quando schiaccio' play parti' "Dirty boots".

Il giorno che Simona mori', ascoltai "Goo" e piansi per tutta la durata del disco.

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Nel 1999 partecipavo come inviato a un programma di Radio Popolare che si chiamava "Notturnover". Andava in onda alle 23.30 e raccontava la notte di Milano. Si trattava di parlare di quello che avevi fatto e visto, meglio se con una breve intervista. Una specie di blog collettivo ante-litteram. Una sera chiesi di poter intervistare Thurston Moore. L'intervista avvenne dietro le quinte del Tunnel, dove Moore aveva suonato insieme a Walter Prati e Giancarlo Schiaffini, in un progetto parallelo ai Sonic Youth. Thurston sembrava all'inizio un po' svogliato. Dopo l'intervista restammo insieme una mezz'ora, lui e io, prima che lo chiamassero per tornare in albergo. Quando successe, ricordo che mi disse: "Perche' non vieni anche tu, cosi' continuiamo a parlare?". La stessa voce di "Dirty boots" che mi chiede di andare con lui perche' gli interessava quello che ci stavamo dicendo. Non potevo credere alle mie orecchie.

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Di "Rather ripped" la prima cosa che colpisce e' la splendida copertina di Christopher Wool, un artista newyorkese che alterna studio delle componenti del linguaggio e tele ispirate a Jackson Pollock. "Rather ripped" si apre con arpeggi quasi Byrds/ Flying Burrito Brothers, e capisci subito che sara' un disco rock piuttosto tradizionale, anche perfino gioioso in alcuni momenti. E romantico addirittura, come nella canzone dedicata da Kim a un ragazzo turchese. E poi ci sono le solite corse elettriche, i 5 minuti strumentali che aprono la canzone del vapore rosa prima che la voce si Thurston strascichi qualche lirica, ma giusto cosi'. E il meglio del meglio, le due tracce bonus non si capisce perche', che non credo siano presenti nelle versioni non inglesi dell'album. La prima, dedicata ai paesaggi spettrali di Helen Lundeberg, con quei poliritmi cosi' Joy Division/ A Certain Ratio, e la seconda, "Eyeliner", che si apre come "Lola" dei Kinks suonata in un giradischi che al posto della puntina ha un chiodo e prosegue come se la cantasse Iggy periodo "Raw power".

Io non riesco a scrivere nient'altro su questo album, ma se non ve ne procurate una copia state facendo del male a voi stessi.

Commenti

Anonimo ha detto…
Un messaggio - fuori tema - ma di augurio a Fabio e ai suoi lettori: buona estate a tutti. Che la musica sia compagna di tante belle serate.
Fabio ha detto…
Grazie Marco! Proprio ieri sera ho ascoltato questo disco in mezzo al vento che scompigliava le pagine della "Bibbia" (tu sai di che libro sto parlando - presto un post anche su quello).
sonia ha detto…
da oggi in poi: verrò, leggerò, ma silenziosamente...commenterò!
Anonimo ha detto…
un altra cosa in comune : Sonic Youth!
l'ultima, e unica , volta che li ho visti dal vivo è stato nel 1992 a Milano, Rolling Stone
il loro primo disco che ho comperato è stato Confusion is Sex e poi li ho sempre seguiti passo passo fino a Washing Machine , mi sembra che usci nel 1995 . poi da li il buio non ho + continuato a seguirli , troppo impegnativi .
Anonimo ha detto…
Li ho amati, sono rimasto loro affezionato, anche se nessun episodio importante della mia vita è collegato alla loro musica.
Come te ho consumato "Goo", poi "Dirty", con le sue bamboline inquietanti così strane sulla copertina della mai copia in vinile.
E da lì all'indietro, ai lavori più oscuri, obliqui, saturi di rumori e stillanti poesia, in una strana forma, certo.
Negli ultimi anni, inalterato il rispetto e sempre aperta una nicchia per loro nel mio cuore.
Ma non mi danno le sensazioni di un tempo, i lavori più recenti, come quando vedi la tua trattoria preferita, quella che orgogliosamente hai consigliato agli amici più cari, perdere qualcosa: tutto sempre buono, ma i sapori sono opachi, oscurati, anche se propriamente non sapresti spiegare il perché.
Questo disco non ha invertito la tendenza di questo trend discendente.
Sia chiaro, qualcosa di bello in un loro disco lo trovi sempre, ma oramai quando ascolto un disco vivo per quel "quid" in più, che fa accadere dentro di me qualcosa di invisibile e arcano, e che mi fa capire che ascolto qualcosa di speciale.
Accade sempre meno, in generale e a volte mi chiedo se non sono io ad essere cambiato, la mia capacità sensoriale ed emotiva intorpidita, meno ricettiva.
Resto nel dubbio, in attesa di una spiegazione che potrebbe non arrivare mai, come tutte le spiegazioni ai problemi più significativi della mia vita.
Ma questo disco non riesce a varcare i cavalli di frisia che delimitano la "zona verde" della mia anima, almeno per ora.
Nicola
Fabio ha detto…
Sonia -

Come mai? Ho scritto qualcosa che non va?

Prema -

Sai che c'ero anch'io a quel concerto? "Rather ripped" non e' affatto impegnativo: e' un disco estivo, brani brevi, poco feedback. A me ricorda soprattutto "Sister" e "Goo" tra quelli che tu hai comprato, ma e' decisamente piu' leggero e pop.

Nicola -

E' sempre una gran buona trattoria secondo me, che resiste all'omologazione del gusto. Quando lo chef prepara un piatto nuovo vale la pena provarlo. Non saranno piu' esattamente i sapori di una volta, ma si riconosce una certa cura nella preparazione e quell'equilibrio tra gli ingredienti che un tempo facevano si' che la consigliassimo agli amici. Del resto, non ci sono in giro molte alternative. Siamo negli anni del franchising e del recupero fasullo delle ricette di un tempo, per altro eseguite superficialmente, con materie prime spesso scadenti.
sonia ha detto…
eheheh...ma no fabio, non è questo, ma preferisco leggere e tacere...anzi è molto profondo ciò che hai scritto, è un bel post...ma sai com'è, mi concentro soprattutto, più che al discorso musica (conosco poco), hai fatti reali abbinati con la musica!
E visto che ogni tanto, entro impetuosamente,e poi mi pento, allora opto la scelta: meno parole, e ascolto di più...è un problema mio non tuo!
comunque le mie visitine saranno tipo: :O)bello, :o( triste, :o)sorriso, ;o)geniale...ecco questo,fintanto che non imparerò io a capire, come ci si esprime nei blog così interessanti. Tutto qui! buona serata

-Marco:buona estate anche a te.
Fabio ha detto…
Ah ecco... Perche' oggi non puoi proprio dire che non abbia parlato di me! Comunque non esiste mica "un" modo di partecipare. Uno scrive quello che gli viene in mente (se vuole ovvio). Come diceva ieri Lophelia, la bellezza del blog e' proprio il fatto che puoi sperimentare modi di scrivere. Oggi mi hanno mandato il link a un blog dove ci sono solo foto di un cane, fatte dalla sua umana (detesto la parola "padrone" in tutte le sue accezioni, quindi non la uso). Un modo un po' estremo di concepire il blog, ma e' per capirci: tutto e' possibile e lecito qui.
lophelia ha detto…
Il post l'ho letto poco dopo pubblicato ma non sono riuscita a commentarlo. Neanche ora mi sa, a parte dire con vergogna che dei S.Y. conosco solo "Dirty" (che mi piace).

Se fossi la tua analista ti direi che è un buon segno che tu sperimenti territori più intimi. Ma non sono la tua analista, avevo solo bisogno di filtrare la mia reazione.
Ti immagini?...tra un po' di tempo, un London Calling solo confessionale e un Fotosensibile solo fotografico-musicale...;-)
Anonimo ha detto…
Quindi è stata di Simona l'iniziativa!
avrei dovuto immaginarlo...
'nvedi quante cose vengono fuori in un blog.
Credo che comprerò il CD dei SY prima di commentare, è uno dei pochi investimenti sicuri che si possa fare oggi nonostante il fatto che Nicola abbia in buona parte ragione.
Io lo vedo come la fine del periodo di innamoramento, quando non c'è più la novità e raramente la sorpresa ma in compenso il rapporto è stabile e maturo.
Purchè ci si arrivi, a quel livello.

AuroRT
lophelia ha detto…
Fabio scusa, non trovo da nessuna parte il tuo indirizzo email, quando saprai se vieni da queste parti puoi farmelo sapere all'indirizzo che trovi nel mio profilo? Grazie!
Fabio ha detto…
Analista Lophelia -

"Dirty" e' un gran bel disco. Per conoscere i Sonic Youth ti consiglierei, nell'ordine mio di preferenza, "Sister", "Daydream nation" e "Goo". Qui si trovano tutti a poche sterline, quindi credo che siano a prezzo contenuto anche in Italia.

A proposito di London Calling confessionale, sai che penso di avere sbagliato tutto? Il blog dovrebbe essere tenuto segreto a tutti quelli che ti conoscono. Uno dovrebbe darsi un nome inventato, come fanno infatti molti bloggers, e non comunicare mai l'indirizzo ai propri amici e conoscenti. Il blog sarebbe completamente diverso. La prossima volta ce nasco faccio cosi'.

Ah, mi ha risposto il mio amico che ha la casa a San Casciano: settimana prossima va a Firenze e mi ha invitato ad andarlo a trovare! Ti scrivo all'indirizzo del blog cosi' mi dici se ci sei e quando.

Auro -

Uno scrive e scrive e si dimentica che lo leggeranno persone che sanno perfettamente di cosa e di chi stai parlando. Non c'e' una risposta alla tua domanda (retorica, che svela una critica in fondo niente affatto infondata). La sera che Giovanna e io ci lasciammo proprio davvero, andai al centro sociale, dove suonava il gruppo di Ubi. Mi misi in fondo alla sala, appoggiato al muro, da solo, per farmi stordire da quel frastuono. Dopo un po' arrivarono Luca F. e non mi ricordo piu' chi con queste due ragazze che non avevo mai visto. Vedendomi cosi' a terra mi invitarono a una festa dove stavano andando, e io mi unii a loro. Alla festa mi resi conto che gli unici due che non c'entravano proprio nulla con il contesto eravamo una delle due ragazze e io. Mi avvicinai e glielo dissi e lei rispose sorridendo che avevo proprio ragione e cosi' iniziammo a parlare per tutta la sera lei e io, le raccontai apertamente come stavo e mi ricordo che fu in quel momento che lei inizio' a comportarsi con me in quel modo "lo so che il mondo e' difficile ma adesso ci sono io a proteggerti" che in fondo caratterizzo' tutto quello che successe dopo. Ricordo che ogni tanto qualcuno cercava di farla partecipare alla festa, ballare, ecc., ma lei respingeva tutti in modo abbastanza aspro (ricordo proprio che mi colpi' il contrasto tra la gentilezza con la quale parlava con me e quei rifiuti abbastanza secchi). Credo lo facesse per non lasciarmi solo, perche' io stavo veramente male e lei doveva averlo capito. La sera successiva mi telefono' per sapere come stavo, mentre stavo ascoltando per la prima volta "Goo", e poi il resto della storia tu piu' o meno lo conosci.
CICCILLO ha detto…
post come questi rimescolano il sangue nelle vene e inducono le lacrime ad uscire piano piano dal sacchetto oscuro (ma dalle pareti ormai non così tanto impermeabili) in cui tentiamo di chiuderle.
questo è per me l'unico modo in cui si può parlare di musica, cioè legandola alla vita di chi la ascolta.
e infatti, a quanto ho capito, Fabio non fa più il critico musicale di mestiere, o forse non l'ha mai fatto, meglio così.
invece, in questo caso, trovo che l'"analisi" di lophelia risulti un po' un ospite ingombrante.
la musica, come le sue bellissime foto, vive nel territorio dell'ineffabile e in questo territorio, secondo me, è giusto che rimanga (ma questa è un'altra discussione)
lophelia ha detto…
Fabio: infatti l'indirizzo del mio blog non l'ho dato quasi a nessuno dei miei amici e quando me lo chiedono dico chiaramente che è un "mondo a parte".
E a volte mi viene voglia di crearne uno ancora più anonimo e confessionale.

@Bruno: l'analisi era dell'analista, non di Lophelia. Se leggi bene, Lophelia non è riuscita a commentare - a proposito di ineffabile (un giorno faremo anche quella discussione) Grazie per il "bellissime foto".
Fabio ha detto…
Bruno -

Grazie per i complimenti. Non ho mai fatto il critico musicale di mestiere infatti (a volte mi domando se avrei dovuto seguire quella strada ma non trovo mai una risposta definitiva). Ho collaborato per una decina d'anni con il Manifesto/ Alias e poi con varie radio dal 1984 a oggi, ma forse mi diverto di piu' a scrivere qui. Nessuno e' un ospite ingombrante a London Calling, io imparo sempre tanto dai commenti. Sto addirittura pensando di trasformare London Calling in un "microfono aperto" per un certo periodo. Domani spiego meglio, a te e agli altri lettori.

Lophelia -

E' sempre un progetto che ho in mente anch'io: aprire un blog parallelo. Confessioni, sentimenti, emozioni uncensored, a ruota liberissima. Pianti pianti e risate risate. Sussurri e strepiti. Anima messa a nudo. Forse un giorno.
CICCILLO ha detto…
Lophelia: mi sfugge qualcosa...hai uno sdoppiamento della personalità o un suggeritore occulto che ti suggerisce cosa scrivere sul blog di Fabio? :-)

attendo con ansia la prossima discussione: ma si può discutere dell'ineffabile?

Fabio: attendo anche proposta "blog-micap" ma se c'è da parlare in diretta io mi vergogno, non ce la faccio, se no perché sarei qui a sparare le mie cazzate protetto dal computer.
lophelia ha detto…
Bruno: tecnicamente si chiama "alleanza terapeutica", residuo di un triennio di psicoterapia. Immaginati la figurina dell'analista seduta nella sua poltroncina, in un angolo dentro di te, che ti dice il suo punto di vista - anche se non la frequenti più da un bel po'. Che palle, dirai! Ma sta a te decidere liberamente se "darle retta" o "mandarla", è solo uno strumento in più che puoi usare oppure no. Il bello comunque è che non devi più pagarla!