Stamattina presto, approfittando della bella giornata di sole, sono andato a fare un bel giro in collina con Billy, il cane della mia famiglia. Mentre percorrevamo in macchina i tornanti che ci avrebbero portato all'inizio di un sentiero che amo, un sentiero sul ciglio tra due colline, così bello che mi sembra sempre di essere arrivati in Paradiso, ascoltavamo "Going home" degli Stones (da Aftermath, 1966).

Mentre cantavo insieme a Jagger, guidando con i finestrini aperti, mi è venuto spontaneo chiedermi se esiste un luogo che posso chiamare "home" e, per la prima volta, la mia mente ha spontaneamente portato in primo piano le immagini della mia vita londinese.

Non è l'unica "home" alla quale tornare Londra. Potrei chiamare "home" ogni villaggio affacciato sul mare e, in genere, ogni luogo silenzioso nella natura.

Ma mi capita solo da pochi mesi che quando sono in Italia sento la mancanza della mia città. Il Millennium Bridge al tramonto, le visite serali alla Tate, il parco di Hampstead, quei luoghi per pensare mentre la città ti passa davanti agli occhi che sono gli upper decks degli autobus. Gli amici, le persone che conosco e quelle che potrei incontrare. I milioni di storie personali che in quella città si incontrano o si sfiorano soltanto. Le infinite possibilità che vorrei avere molte vite davanti a me per potere esplorare.

Commenti

PiB ha detto…
Andrew
You know that point in your life when you realize that the house that you grew up in isn't really your home anymore? All of the sudden even though you have some place where you can put your stuff that idea of home is gone.
Sam
I still feel at home in my house.
Andrew
You'll see when you move out it just sort of happens one day and it's just gone. And you can never get it back. It's like you get homesick for a place that doesn't exist. I mean it's like this rite of passage, you know. You won't have this feeling again until you create a new idea of home for yourself....it's like a cycle or something. I miss the idea of it. Maybe that's all family really is. A group of people who miss the same imaginary place.

dal film Garden Sate la citammo un po' di post fa su London Calling con Kit parlando del Film se ricordo e se ti ricordi bene

mi piace molto quell'uso del plurale :percorrevamo, ascoltavamo con Billy me lo vedo seduto sul sediel di fronte che muove la testa mentre ascolta fli Stones.

bentornato
artemisia ha detto…
Ciao Fabio, bentornato.
Ti scrivo da lavorare e non mi posso dilungare sul tuo bellissimo post...magari più tardi.
Volevo dirti che ho perso il tuo indirizzo di posta elettronica...me lo puoi rimandare?
Anonimo ha detto…
Bentornato!
in effetti non ti avevo ancora sentito definire Londra "la mia città", mentre sulla collina di Gomo non avevo dubbi. Certo che come alternativa potresti avere la grigia cittadina di provicia o Milano, direi Londra è certamente meglio. Magari troverai anche in qualche parco londinese un essere al quale affezzionarsi, come Tobia.
ciao
AuroRT
Bloggo ha detto…
Sentire un luogo come casa propria è una grandissima conquista. Io continuo a cercare. Buona vacanza, Fabio.
Anonimo ha detto…
spiace non aver sentito la puntata, bella scaletta
un saluto
f.
Unknown ha detto…
Quindi..potresti definire Margate come "home" (?) Sabato ho fatto una bellissima passeggiata in bicicletta tra le colline del Kent, prendendo proprio un sentiero dietro casa..i fiori violetti che innondano i sottoboschi, sentieri silenziosi, una chiesetta di campagna con annesso pub..questa domenica prendero'la macchina e in un'ora saro' a Londra..:)..
Fabio ha detto…
Pib -

Letto e riletto. Hai centrato il punto, come sempre, quello che avevo cercato ipocritamente, pavidamente di evitare. Il fatto che il luogo dove sono cresciuto mi è del tutto estraneo. Sono lontane da me, anni luce lontane da me, le opinioni, il modo di divertirsi, le preoccupazioni delle persone che hanno scelto di non partire. In fondo, sono alla ricerca di una "home" (Londra? Un luogo immaginario? Everywhere but here?). Grazie di cuore Pib e il film lo cercherò sicuramente.

Artemisia -

E' proprio dal lavoro che si blogga meglio! :-) Il mio indirizzo è fabiobarbieri@radiopopolare.it. Lo leggo stasera e poi Martedì.

Auro -

Come potrei tradire Tobia? (Per i nuovi lettori: una quercia alla quale sono troppo affezionato e che devo assolutamente abbracciare ogni volta che la vedo). Però ti confesso che sto inizando ad affezionarmi a Cip & Ciop, i due scoiattoli che giocano a saltare tra gli alberi e il muretto la mattina mentre faccio colazione.

Matteo -

Causa vacanza mi sono perso alcune puntate, ma mi pare che tu sia a Zurigo adesso, giusto? Temporaneamente o per un lungo periodo? Più tardi durante Prospettive vado a leggermi Bloggo così recupero il tempo perduto.

Franz -

Grazie. Ti ricordo che collegandoti a www.radiopopolare.it puoi ascoltare da ogni dove, se hai tempo e voglia.

Myriam -

In un certo senso forse sì. Cioè, a me Margate è piaciuta parecchio. Ho visto molta onesta voglia di divertirsi e tanta sincera semplicità nelle persone che ho incontrato. Felice che ti piaccia vivere fuori Londra, però fatti sentire la prossima volta che passi dalle mie parti (però non in questo fine settimana perchè sono a Milano).
Bloggo ha detto…
Già tornato Fabio, pensa che giovedì inizio a lavorare a Milano...